Il clima culturale della nostra società è radicalmente cambiato rispetto ad un decennio fa, la comunicazione è virata verso nuovi modelli narrativi ed
il video marketing è diventato la forma principale per veicolare le informazioni.La rete, ormai onnipresente nelle nostre vite, la diffusione di smartphone sempre più performanti e il sempre maggiore utilizzo dei
social media, hanno contribuito a velocizzare la comunicazione e a trasformarla radicalmente.
La soglia di attenzione dell’utente si è abbassata in maniera proporzionale all’utilizzo delle nuove tecnologie, fino ad arrivare a soli 8 secondi, tempo nel quale una azienda che voglia trasmettere informazioni deve trovare il modo di generare interesse nell’utente. In questo scenario i video hanno assunto una sempre maggiore importanza per la loro caratteristica di essere incisivi, veloci e di facile memorizzazione.
Se a queste considerazioni si aggiunge il fatto che un video ha una maggiore probabilità di venire visto e condiviso dagli utenti rispetto ad un testo scritto contenente il medesimo messaggio, appare chiaro come le società si siano ormai adeguate ad implementare delle strategie di video marketing all’interno delle proprie campagne promozionali.
Le società di servizi alle imprese, le aziende B2B, da sempre attente alle innovazioni ed ai modi di una corretta ed incisiva comunicazione, sono state tra le prime realtà ad abbracciare il cambiamento, introducendo tutta la loro esperienza per confezionare campagne di video marketing di grande efficacia e coinvolgimento.Gli esempi sono molti, più o meno noti, vediamone insieme alcuni per comprendere come le diverse realtà hanno declinato la narrazione video.
P&G. Tra narrazione emozionale e attenzione al sociale una strategia di marketing coinvolgente ed efficace.
Iniziamo con un gigante della comunicazione, P&G. Il suo canale YouTube è ricco di video che, nel complesso, hanno totalizzato più di 17.800.000 visualizzazioni dimostrando come le sue campagne siano state apprezzate e condivise nel corso degli anni.
Il tratto caratteristico della strategia di video marketing dell’azienda è una spiccata tendenza alla narrazione emotiva che tende ad avvicinare l’utente facendo leva sulle emozioni, utilizzando un sapiente storytelling per commuovere e generare un alto engagement.
La strategia adottata prevede l’utilizzo di uno storytelling che punta sulle emozioni e sull’immedesimazione dello spettatore, come nella serie di video realizzati quale sponsor delle olimpiadi del 2012 di Londra o per le olimpiadi invernali del 2010 . In questi video, con lo slogan “Proud sponsor of Moms”, l’azienda mette in scena il commovente racconto dello sport visto attraverso gli occhi delle mamme, le quali bisogna ringraziare per l’impegno ed il sostegno che sempre hanno dato, e sempre daranno, ai figli.
Ma la strategia vincente di P&G non è solo storytelling, ma anche una grande attenzione ai temi del sociale e dell’inclusività, come l’impegno verso il pride e la comunità lgbt, che con il video “The Pause” ha raggiunto più di 5 milioni di visualizzazioni.
L’impegno verso temi sociali è un tratto distintivo delle campagne della P&G e non possiamo non menzionare i video dall’alto impatto emotivo: “The look” “The Talk” e “We see equal”, il primo dei quali ha raggiunto in pochi mesi la soglia del milione di visualizzazioni, segno del forte impatto emotivo e della grande condivisione che ha generato da parte del pubblico.
In questo modo l’azienda si pone in maniera intelligente al cospetto del proprio target veicolando valori importanti e condivisibili dando una immagine di grande valore.
PWC. Video per veicolare informazioni utili alle aziende. Quando il video marketing informa.
Un’altra società che implementa una strategia di video marketing efficace è la PWC.
Nel suo canale YouTube sono caricati molti video con un taglio nettamente diverso dalla strategia della P&G.
Siamo di fronte ad una strategia che impiega video informativi e video aziendali per comunicare informazioni agli utenti e avvicinarli all’azienda e, grazie ad essi, fornire una immagine di attenzione e professionalità.
I video implementati si dividono principalmente in due categorie quelli propriamente commerciali, che invitano l’utente a rivolgersi all’azienda per risolvere i propri problemi, ed i video propriamente informativi.
Questi ultimi sono video destinati agli addetti al settore e forniscono spunti interessanti di riflessione su molteplici argomenti. Dalle interviste, ai dibattiti ai video propriamente esplicativi che vedono un narratore unico che informa il pubblico su un argomento sensibile, la produzione della PWC è ricca, informale e tutta orientata al cliente secondo uno schema narrativo dinamico e convincente.
Si tratta di una produzione pensata per una utenza già informata e che già conosce l’azienda e mira e consolidarne l’opinione.
La scelta di intervenire su una fase intermedia del Consumer Decision Journey è funzionale al target da intercettare che già è a conoscenza delle realtà del settore e si trova a dover scegliere tra esse.KPMG tra live event e video informativi, una informazione in doppiopetto.
Terza via per comunicare attraverso una strategia di video marketing è quella messa in atto dalla KPMG.
Dotata di un canale YouTube ricco di contenuti, la KPMG ha scelto una comunicazione ufficiale più tradizionale, che parla agli addetti al settore mantenendo le forme narrative classiche. La comunicazione è tradizionale e passa dalle riprese dei live events, di conferenze e convegni, alle video spiegazioni mantenendo sempre un aspetto fortemente professionale in quella che potremmo chiamare una “Comunicazione da ufficio”.
L’azienda punta sull’autorevolezza che deriva da una comunicazione che mantiene toni ufficiali ed un linguaggio tecnico e formale nella consapevolezza che il processo decisionale del cliente è nelle mani di persone che quel linguaggio lo parlano quotidianamente e, soprattutto, lo comprendono.
Un chiaro esempio di comunicazione mirata e tagliata appositamente sulle esigenze del cliente e che riesce a trasmettere un senso di affidabilità ed autorevolezza.
Anche in questo caso, come per la PWC, l’azienda vuole intercettare un pubblico specifico a metà del processo decisionale, ma un pubblico che considera informato e attento e ad esso parla in un linguaggio comune per alzare il livello di attenzione e considerazione.